Fin dall'inizio della serie, Level-5 si è impegnato a dare una svolta cronologica al modo in cui si avvicina a ogni avventura del Professor Layton. Desiderando innovare, lo studio giapponese propone non un sequel diretto del Professor Layton e il Destino Perduto, ma un prologo della saga. Perché, se Lost Destiny ci ha portato a visitare una Londra "futuristica", questa nuova parte si svolge, intanto, tre anni prima del primissimo episodio che ha portato l'investigatore "così britannico" a trovare la Mela d'Oro. Il professor Layton and the Call of the Spectre introduce quindi come il nostro eroe inglese e il suo giovane assistente, Luke Triton, siano arrivati a collaborare e questo attraverso la loro prima indagine congiunta. Mentre sbadiglia ai corvi, Layton riceve una misteriosa lettera da Clark Triton, un amico archeologo, che soggiorna nella città di Misthallery. Quest'ultimo, tramite un messaggio in codice, chiede al professore di aiutarlo a risolvere un'indagine riguardante la comparsa di uno Spettro che causa problemi in città. Accompagnato da Emmy Altava, allora incaricata di assisterlo, il professor Layton si reca lì, determinato a risolvere un sacco di enigmi. Questa nuova avventura boicotta così la capitale britannica per farci vagare in una nuova città altrettanto vasta e molto piacevolmente modellata. Vero e proprio labirinto di incroci e strade labirintiche, Misthallery è davvero una fiera per i puzzle.
Ghostbusters
Tornando alle origini della serie, Il Professor Layton e il Richiamo dello Spettro mostra un po' di freschezza proponendoci di riscoprire i personaggi principali con un occhio nuovo. Una buona occasione per i giocatori insensibili alla serie, di buttarsi anima e corpo senza sentirsi lesi da nessun riferimento alle precedenti iterazioni. C'entra molto anche l'apprezzabile messa in scena, in particolare scandita da brevi ma numerose cutscene e servita da un intrigo che acquista intensità man mano che la progressione procede. Le rivelazioni non mancano e l'interesse del giocatore viene costantemente ravvivato quando le varie fasi dell'indagine vengono risolte. Si fa per dire, i giocatori avranno l'impressione di risolvere non una e stessa indagine ma diverse, in quanto i rami durante l'avventura sono vari. Lo scenario è quindi molto ben illustrato ed è quindi molto facile prendersi per un detective in erba e andare su varie ipotesi tenendosi al passo con le ultime rivelazioni tramite il menu "Diario" e "Misteri". Per migliorare la comprensione degli eventi e fornire qualche chiarimento su alcuni protagonisti, sono da sbloccare anche brevi fasi testuali che accentuano l'immersione. Infine, qualche parola per il doppiaggio, che è comunque altrettanto bello, anche se in generale i dialoghi testuali abbondano e mancano ancora. Un piccolo problema presente nelle puntate precedenti a cui purtroppo non abbiamo prestato un po' più di attenzione. Tuttavia, se la realizzazione mostra sicuramente un po' più di ambizione, le meccaniche di gioco risultano, per la licenza, piuttosto classiche.
Elementare, mio caro Layton!
Andiamo alle basi: i puzzle. Se i habitué della serie saranno tutt'altro che sorpresi nella loro costruzione, i nuovi arrivati avranno il piacere di beneficiare della più esauriente lista di enigmi della saga. Che sia logico, matematico o comico, nessuno è veramente uguale. Il titolo è quindi costruito, soprattutto, attorno alla presenza di molti NPC – gli abitanti di Misthallery – incaricati di fornire alcuni dei puzzle presenti. Senza contare quelli nascosti qua e là e svelare toccando, usando lo stilo, gli elementi sospetti delle decorazioni. Inoltre, una riserva di enigmi aggiuntivi, a forma di gatto viola di nome Keats (non cercate logica lì, non ce n'è) occuperà alcune strade della città. Ma il vero plus del titolo, timida sfaccettatura della parte precedente, è la capacità degli sviluppatori di aver energizzato lo scenario inserendo diversi enigmi obbligatori. In effetti, più fasi d'azione nella storia richiederanno la risoluzione di determinati enigmi per progredire nell'avventura o semplicemente per avere accesso a nuove aree. Ci dispiace che questo tipo di puzzle sia per la maggior parte poco complicato da risolvere, sfaccettatura probabilmente volontaria per non bloccare troppo a lungo il giocatore medio. E come se l'aiuto non bastasse, il Professor Layton e il Richiamo dello Spettro reintegra il sistema di indizi e le famose monete SOS, quest'ultime da portare alla luce negli ambienti. Nel caso in cui determinati enigmi si rivelassero troppo complicati, i giocatori possono quindi, in cambio di queste monete, svelare degli indizi, tra cui l'"indizio +" che, per così dire, si occupa di svelare la risposta definitiva. Evita se vuoi mettere al lavoro il tuo cervello, il gioco offre comunque buoni colpi alla testa. Come questi predecessori, i giocatori avranno quindi abbastanza per esercitare il cervello con i 170 enigmi offerti. Senza dimenticare i pochi minigiochi che includono l'immagine del "mini-express" o la modalità "Puppet" in cui si tratta di recuperare nel corso dell'avventura espressioni per realizzare uno spettacolo di bambole. Essendo il più giovane della famiglia, il Professor Layton e il Richiamo dello Spettro se la cavano piuttosto male.