Lo scenario di Spec Ops The Line, diviso in quindici capitoli più o meno coerenti, ci trasporta nei panni del capitano Walker, accompagnato dai suoi due compagni di squadra della squadra Delta. La loro missione: trovare il colonnello Conrad incaricato dell'evacuazione della città di Dubai, devastata da una tempesta di sabbia, e tutto questo mettendo fuori combattimento i Dannati, soldati americani diventati ribelli. A parte un luogo di predilezione per i meno originali, lo scenario difficilmente sorprende allo stato e non fa altro che riprendere basi più o meno precostruite del genere. Ma, nonostante una prima parte abbastanza classica e leggera, la campagna riesce a distinguersi offrendo a fortiori una visita inquietante a Dubai durante la quale l'universo chic della città e le visioni sconvolgenti che i nostri eroi devono sopportare (cadendo a poco a poco nella follia ) sposarsi in modo intelligente. Certe situazioni sconvolgono così l'etica e lo svolgersi dell'azione acquista in maniera molto evidente intensità dalla seconda parte del gioco, per raggiungere il suo apice, sia attraverso la rappresentazione psicologica dei personaggi sia nelle fasi imbarazzanti del gioco che si divertono molto meglio messa in scena. La delusione principale è sul versante della sua durata, piuttosto breve con meno di dieci ore di gioco, così come delle scelte morali date ai giocatori, punta di diamante dell'editore nel promuovere il titolo, troppo poche. Gli sviluppatori, però, recuperano il ritardo alla fine della gara proponendo diversi possibili finali.
Ma sei matto? Oh si !
In un buon TPS che è, Spec Ops The Line non lesina sulle fasi nervose di tiro. Il giocatore non avrà praticamente nessun vero momento di tregua, nel mirino di un'IA micidiale che non esiterà a usare grandi pistole a scoppio e altre granate per rimuoverti. Ci dispiace, tuttavia, che la difficoltà non evolva gradualmente perché, se certamente il numero dei nemici e dei loro armamenti varia man mano che si procede a Dubai, essere colpiti sistematicamente dal minimo proiettile crea confusione. Anche l'assenza di qualsiasi aspetto della personalizzazione, in particolare dell'arsenale, è soggetta a cautela, ma è giustificata dall'ampia varietà di armi disponibili e dalle rare munizioni che richiederanno di spogliare costantemente i cadaveri dei nemici per rifornirsi. Se la maneggevolezza soffre sicuramente di una leggera rigidità e di un sistema di copertura tutt'altro che perfetto, non confonderà gli appassionati del genere con controlli di facile assimilazione. E poi tranquillizziamoci, l'azione è onnipresente e la possibilità di utilizzare determinati ambienti a proprio vantaggio resta piacevole, seppur abbastanza aneddotica come i pochi bovindi da sfondare per liberare la sabbia e seppellire i suoi nemici. La vera mancanza di innovazione non mancherà di sensibilizzare alcuni, soprattutto rispetto ad altri TPS di punta sul mercato. È quindi dalla parte della sua modalità multiplayer e della sua simpatica realizzazione artistica che il titolo cerca dopotutto di distinguersi.
Mare, sesso e sabbia
I giocatori, invece, fan della personalizzazione eccessiva potranno soddisfare i propri impulsi omicidi tramite la modalità multiplayer, che è molto più completa e offre mappe più o meno labirintiche. Composto da varie modalità di gioco online classiche ma efficaci (DeathMatch, Team DeathMatch, distruzione di punti), il multiplayer si basa come qualsiasi buona modalità online su un sistema di esperienza che ti consente di sbloccare nuove armi e armature. Niente di troppo trascendente, l'unica originalità che prende la forma di una scelta alla fine di alcune parti che chiede ai giocatori di scegliere tra lasciar vivere o giustiziare il leader della squadra nemica. Nonostante tutto, essendo aggiunto alla campagna breve, il multiplayer allunga sicuramente la vita del titolo. Dal lato della produzione, la modellazione dei personaggi rimane credibile, mostrando le minime bruciature e ferite dell'eroe man mano che il progresso procede. Unica pecca, l'animazione dei personaggi soffre di una mancanza di flessibilità, soprattutto nei movimenti. Ma è proprio trasportandoci a Dubai che gli sviluppatori hanno voluto stupirci. Con le sue fedeli riproduzioni di grattacieli, i suoi abbondanti effetti di luce e i suoi ambienti interni devastati dalle tempeste di sabbia o preservati dalle intemperie, Spec Ops The Line offre una passeggiata esotica, che solo poche trame sbavanti alla fine alterano il rendering finale. Aggiungi a ciò una colonna sonora composta da classici del rock e avrai un tour di Dubai condotto a ritmo frenetico.