Alex Kidd nel test Miracle World DX: un remake che purtroppo manca di finiture

    Alex Kidd nel test Miracle World DX: un remake che purtroppo manca di finiturePianeta Ariete, provincia di Radaxian: il giovane Alex Kidd, erede al trono locale, affronta gli scagnozzi di Janken il Grande, che cercano di conquistare la regione. Questo per quanto riguarda l'aspetto della sceneggiatura che, negli anni '80, è naturalmente limitato al minimo indispensabile. Più remaster che remake, questa versione DX rispetta il più possibile la struttura dell'avventura originale. Vedremo più avanti che questa scelta non è priva di conseguenze negative, ma ha almeno il merito di assolvere alla sua missione primaria: permettere ai giocatori nel 2021 di godersi il mitico Alex Kidd in Miracle World in condizioni tecnico-artistiche più che corrette. E da questo punto di vista, possiamo considerare che il successo è totale. La grafica sgradevole e pesante dell'era a 8 bit e l'orribile musica "chiptune" del passato lasciano il posto a una colonna sonora e immagini molto piacevoli.

    Alex Kidd nel test Miracle World DX: un remake che purtroppo manca di finiture

    Così, gli schermi si arricchiscono di molteplici effetti atmosferici o di luce totalmente assenti dall'opera originale (pioggia, aloni, lieve distorsione dell'immagine sott'acqua, ecc.), la grafica beneficia di una pixelizzazione sapientemente dosata (sufficientemente presente per mantenere un aspetto retrò look e abbastanza discreti da non sembrare datati), i colori relativamente brillanti sono ammorbiditi da un filtro leggermente sfumato e le animazioni sono molto più dettagliate di prima. Inoltre, se il personaggio di Alex Kidd rimane riconoscibile grazie alle sue grandi orecchie, ora è addobbato con una cintura di arti marziali che volteggia secondo i suoi movimenti. Questa sottile aggiunta potrebbe benissimo essere un riferimento alla coda di scimmia di Son Goku poiché, ricordiamo, Alex Kidd in Miracle World deriva dallo sviluppo interrotto di un progetto targato Dragon Ball. Insomma, l'estetica di questa nuova versione ha tutto per accontentare, e basta premere il grilletto destro del controller per convincersi. Gli sviluppatori, infatti, non hanno dimenticato l'ormai tradizionale funzione prima/dopo, che permette di visualizzare istantaneamente grafica a 8 bit e misurare così i progressi fatti in trentacinque anni.





     

    PER BOOMERS PIÙ CHE PER BAMBINI

    Alex Kidd nel test Miracle World DX: un remake che purtroppo manca di finitureI videogiochi erano migliori prima? Dal punto di vista del gameplay e del comfort generale, è dubbio. Volontariamente fedele al titolo fondatore, Alex Kidd in Miracle World DX ci dimostra ancora una volta che la nostalgia non è del tutto buona. I controlli possono essere limitati a movimenti, salti, pugni e utilizzo di oggetti, ma il gioco è particolarmente impegnativo. Stranamente, gli sviluppatori non hanno davvero scelto di rivedere questo aspetto "muori e riprova hardcore". Hanno lo stesso rivisto la manovrabilità dell'eroe... ma in maniera molto curiosa visto che quest'ultimo sembra ancora più scivoloso di prima! Durante i salti, devi pensare costantemente a compensare il passo in più che Alex farà inevitabilmente all'atterraggio. Anche le collisioni con alcuni nemici soffrono di approssimazione, colpa delle hitbox troppo grandi e/o non abbastanza permissive. Questi problemi responsabili di morti "ingiuste" sono tanto più irritanti che, per impostazione predefinita, l'avventura conserva un sistema di vite arcaico. Iniziamo il gioco con solo tre vite e il gioco finisce una volta che le abbiamo perse tutte. Allora non ti resta che ricominciare tutto da capo.

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    Difficilmente accettabile nel 2021, fatta eccezione per i più masochisti tra noi, questo principio può essere addolcito grazie all'opzione “vite infinite”, che in realtà è piuttosto mal chiamata. L'eroe inizia sempre con tre vite, ma una volta esaurite, il gioco riprende solitamente all'inizio del livello attuale, o in uno dei pochi checkpoint invisibili. Ciò significa che tutto prima di un passaggio particolarmente difficile dovrà essere rifatto anche decine di volte, il che è un modo 'buono' per aumentare artificialmente la durata della vita, nonostante la presenza di qualche livello aggiuntivo rispetto all'avventura originale, e una certa varietà in azione (passaggi sottomarini o aerei, sequenze di boss che combinano scontro sasso-carta-forbici e combattimenti più classici...), il gioco in realtà offre pochi contenuti. Capite da questo che, in termini assoluti, c'è all'incirca un'ora di " raw", che finalmente si allunga fino alla nausea in tutte le ore necessarie per tentare e riprovare i passaggi più difficili fino al successo. Quanto alla ricompensa che saluta la vittoria finale, consiste nello sblocco di due modalità aggiuntive: Boss Rush per affrontare i boss in un loop e Classic per rivivere l'avventura interamente in modalità retrò . Tutto questo lascia un retrogusto di troppo poco, soprattutto perché il gioco viene venduto a un prezzo relativamente alto, visto che flirta con 20€ in forma smaterializzata e 30€ in forma fisica.




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