Se Hellblade: Senua's Sacrifice fosse finito nelle mani di un grande editore, l'eroina del gioco non sarebbe di certo quella che è oggi. Perché se questa guerriera celtica sa maneggiare perfettamente la spada, in realtà sono le sue debolezze più che la sua forza a renderla interessante. Senua soffre infatti di disturbi psicotici, che le fanno sentire delle voci e le fanno confondere il reale e l'immaginario. Questa affermazione serve direttamente il gameplay e l'intera esperienza di gioco di Hellblade. Il punto più ovvio riguarda la presenza di voci diverse nella testa di Senua. Ti consigliamo vivamente anche di giocare con le cuffie, in modo da sfruttare al meglio la loro precisa collocazione. A volte benevoli, a volte ostili, commentano l'azione tanto quanto la influenzano e contribuiscono notevolmente a creare un'atmosfera pesante e paranoica.
VIAGGIO ALLA FINE DELL'INFERNO!
L'abilità suprema degli sviluppatori consiste nel distillare a volte indizi riguardanti il gameplay attraverso queste voci, senza mai rompere l'immersione o la coerenza dell'insieme. Allo stesso modo, il gioco si astiene da qualsiasi elemento dell'interfaccia, in modo che Senua e il giocatore siano veramente uno. E la ricetta funziona perfettamente! Ti leghi all'eroina molto più di quanto faresti con un personaggio di un videogioco standard, accetti immediatamente tutti i suoi problemi mentali e fai nostra la sua ricerca disperata. Lungi dal prendere parte a una battaglia con i piedi per terra, il guerriero celtico si reca a Helheim, l'equivalente dell'inferno nella mitologia norrena, per liberare l'anima di Dillion, l'amato perduto. Questo viaggio interiore fino alla fine dell'inferno offre al giocatore l'opportunità di attraversare paesaggi tanto splendidi quanto desolati. Oscura, sporca e violenta, la direzione artistica non è meno sublime, ed è ulteriormente accresciuta dall'uso di numerosi filtri grafici, alcuni dei quali significativi in relazione alla malattia dell'eroina (un breve video documentario fornito con il gioco ne approfondirà questo una volta completata l'avventura).
Se Hellblade: Senua's Sacrifice fosse finito nelle mani di un grande editore, l'eroina del gioco non sarebbe di certo quella che è oggi.
Quanto a chi giura solo sull'aspetto tecnico delle cose, avrà qualcosa da stupirsi della perfezione del motion capture, che qui è al servizio dell'espressione dei volti e quindi dell'emozione. Senua è più grande della vita, tanto che è difficile differenziare i personaggi generati dalla macchina da quelli che vengono semplicemente filmati e compaiono durante determinate cutscene. Inoltre, la recitazione dei vari attori è assolutamente irreprensibile, mentre anche la colonna sonora ci offre dei passaggi di alta qualità. Insomma, la chicca è tanto visiva quanto sonora, anche se è soprattutto la forza dell'atmosfera e della storia che conserverete di più alla fine. Non credere che il gioco sia puramente narrativo! Lungi dal morire di fame, il gameplay combina esplorazione, combattimento ed enigmi. Questi ultimi consistono essenzialmente nel trovare nelle decorazioni la forma di alcune rune, dell'antico alfabeto nordico, per sbloccare alcuni passaggi. Concretamente bisognerà trovare una sorta di M ("Madr" per intenditori) formata dall'ombra dei rami, riconoscere nei corpi crocifissi i lineamenti di una Y ("Elgr") o anche porsi correttamente davanti a un pilone in modo che formi una P ("Wynn") quando è allineato con le travi. Meno elementare di quanto si possa pensare, questo gioco a nascondino usa spesso la prospettiva e la sovrapposizione di elementi diversi, costringendo così il giocatore a scervellarsi un po' prima di poter sbloccare determinati passaggi.
L'INVERSO PSICOTICO
Sarà inoltre necessario giocare più volte con dispositivi (archi, maschere, funzione focus) che modifichino sottilmente il level design, portando così la soluzione a una situazione che altrimenti sarebbe un vicolo cieco. Queste sessioni di brainstorming si alternano a sequenze di combattimento piuttosto pesanti (nel senso "darksouliano" del termine), in cui si affrontano da uno a dieci enormi nemici. Attacco veloce, attacco lento, attacco corpo a corpo, parata e schivata costituiscono tutte le mosse disponibili, e non ci vuole altro per rendere gli scontri interessanti, sapendo che questi non costituiscono il cuore del gioco.un po' di tensione, gli sviluppatori mettono te la promessa all'inizio del gioco della morte permanente. Ogni insuccesso è sanzionato dalla diffusione di un segno nero sul braccio dell'eroina che, se raggiunge la sua testa, suonerà la fine della ricerca e la perdita di tutti i progressi fatti fino ad allora. Questa oscurità riecheggia anche quella che ha rosicchiato Senua sin dalla sua prima infanzia, lo scenario non esita a volte ad allontanarsi dalla ricerca amorosa per tornare alle oscure storie di famiglia. Tuttavia, non aspettarti un grande colpo di scena. Il gioco è molto più sottile di così, e il suo finale agrodolce merita qualsiasi rivelazione ampollosa. La perfezione non essendo di questo mondo, ci sono ancora alcuni punti da rimproverare all'esperienza. Alcuni passaggi sono un po' lunghi o frustranti, la telecamera è così vicina all'eroina che a volte è difficile capire le ambientazioni, e qua e là ci sono dei problemi con i sottotitoli (frasi mancanti o non corrispondenti a ciò che viene detto). Ma tutto questo è dell'ordine del dettaglio rispetto alla forza generale del soggetto.