Metti alla prova chi resta: non è Silent Hill che vuole...

    Metti alla prova chi resta: non è Silent Hill che vuole...Quelli che restano, letteralmente "Quelli che restano" nella lingua di Molière, sono arrivati ​​un po' né visti né conosciuti sugli store digitali. I suoi autori, uno studio indipendente che ha già realizzato alcune app come Syndrome, Mechs & Mercs o GeminiWars, hanno un'evidente inclinazione per la fantascienza e l'azione. Qui però sono destinati a un altro genere decisamente in voga: l'horror puro, unito a un gioco di avventura e investigazione dalle inclinazioni narrative. Incarniamo quindi, in prima persona, Edward Turner, un uomo "con un passato travagliato" il cui volto non vedremo mai. Perso nella cittadina americana di Dormont, dovrà trovare una via d'uscita nell'oscurità. In questo, sagome scure con occhi luminosi, francamente poco consigliabili per l'aperitivo, visto che massacrano il primo che vi si avvicina. 




    GERARD DORMONT

    Metti alla prova chi resta: non è Silent Hill che vuole...Quindi inizia un'avventura particolarmente oscura in cui navighiamo da una zona all'altra (una casa, un distributore di benzina, una biblioteca, una caserma dei pompieri e così via), ognuna con i suoi segreti e storie tormentate. Quelli che rimangono non è un gioco d'azione, no, si basa su un gameplay molto semplice basato sull'esplorazione, in cui viene chiesto di cercare nell'ambiente per rilevare elementi che verranno utilizzati per avanzare nei livelli. Al di là dell'intramontabile chiave di una porta, il game design si concentra soprattutto sui giochi di luce: è impossibile entrare nell'ombra senza essere attaccati e quindi tornare all'ultimo checkpoint (troppo lontano per la maggior parte dal strada). Concretamente, gli viene quindi chiesto di trovare e quindi premere ogni interruttore in ogni stanza, in modo da eclissare i demoni malvagi. Un'idea piuttosto efficace che ricorda furiosamente l'agghiacciante cortometraggio Lights Out, ma che presto svanisce poiché i nemici non rappresentano una minaccia per la loro immobilità. 


     

    Metti alla prova chi resta: non è Silent Hill che vuole...Molto rapidamente, se non subito, arriva un primo grosso difetto: una lettura ultra disordinata dell'ambiente. Ci troviamo quindi a girare in tondo all'infinito alla ricerca di oggetti nascosti, spesso senza molta coerenza e, purtroppo, non viene fornito alcun aiuto per gli impazienti o le persone veramente in difficoltà. È piuttosto irritante ed è associato soprattutto a un gameplay impreciso (soprattutto su console), lento e dolorosamente noioso che, bisogna ammetterlo, alla fine fornisce pochissime sensazioni. Fortunatamente, alcuni piccoli enigmi arrivano a scandire i progressi in modo più pertinente e, a volte, i nemici "compromettono" le cose: le virgolette sono infatti in ordine perché le avversità vengono rapidamente circondate, padroneggiate e quasi ridicolizzate a causa di una tecnica della fragola . 



    BUONA NOTTE BAMBINI


    Metti alla prova chi resta: non è Silent Hill che vuole...Bisogna ammettere che essere inseguiti (raramente) da un NPC con modellazioni incompiute e trame quasi inesistenti solleva rapidamente interrogativi. È lo stesso per tutte queste figure nascoste nel buio, duplicate il più possibile, sempre fisse e immobili, o questi personaggi le cui labbra semplicemente non si muovono e con animazioni di un'altra epoca, il che ci conforta un po' di più nell'idea di essere in un film horror della serie Z. In generale, inoltre, l'avventura è francamente brutta e il framerate nel cavolo (l'abbiamo testato sul gioco su PS4 Pro), con anche molti problemi di illuminazione e problemi ricorrenti di collisione/fisica, a volte davvero disattivati -mettendo. Certo, sappiamo che Camel 101 è un piccolo studio con personale e budget ridotti e di questo ovviamente bisogna tenerne conto: solo qui si tratta, soprattutto, di avere ambizioni realizzabili, oppure di raddoppiare ingegno per prendere il coraggio e creare un'esperienza unica.



    Nonostante le sue evidenti ispirazioni dal lato di PT o dal dirigiste ma efficace Layers of Fear, è ancora troppo perfettibile per affascinare.


    Metti alla prova chi resta: non è Silent Hill che vuole...Questa audacia, Quelli che restano non ce l'ha e nonostante le sue evidenti ispirazioni da PT o dai dirigisti ma efficaci Layers of Fear, è ancora troppo perfettibile per affascinare. Il suo desiderio di offrire un racconto orribile con moralità adulta è infatti presente ma si perde in un deja vu poco credibile, troppo cliché, le cui basi videoludiche sono tutt'altro che solide. Nonostante tutto, qualche brivido è assicurato, grazie in particolare ad una nitida atmosfera audio e ad alcuni spunti che ricorderanno Insidious (e il suo famoso Distant), servendo a proprio agio un level design che, a volte, ci prova. Ma Quelli che restano resta un'avventura diabolicamente lunga (tra le 7 e le 10 ore per la prima esecuzione) e il cui finale, scandalosamente sciatto, è la prova definitiva della mancanza di mezzi e/o idee che avrebbero potuto farne almeno una gustosa odissea. 


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