Ricordiamo che Onimusha Warlords è stato rilasciato su PlayStation 2 nel 2001: è stato quindi uno dei primi grandi giochi ad apparire sulla console Sony. Se fece una forte impressione, fu soprattutto grazie al raggiungimento di un livello particolarmente alto per l'epoca. Per questo, gli sviluppatori avevano scelto la tecnica di spostare i personaggi 3D in tempo reale in set precalcolati, da qui gli sfondi ricchi di dettagli. Questo metodo aveva già dato i suoi frutti in altre grandi produzioni, tra cui Resident Evil, tra gli altri. Troviamo addirittura gli angoli di visuale fissi caratteristici di quest'ultimo per una filiazione che poi appare ovvia, come una trascrizione di Survival-Horror in un Giappone di epoca feudale, dove le armi da fuoco hanno ceduto il posto alle armi a lama. Il tutto con un rivestimento, ovviamente, un po' meno spaventoso, ma altrettanto cinematografico. Tanto che Capcom ha chiamato per l'occasione l'attore Takeshi Kaneshiro (Il segreto dei pugnali volanti), che presta i suoi lineamenti e la sua voce al protagonista Samanosuke Akechi.
UN HD REMASTER CHE NON PUÒ DISTINGUERE
Ma, quasi vent'anni dopo, cosa resta di questo classico di inizio secolo? Da un lato, è inutile aspettarsi uno schiaffo grafico, dal momento che la tecnica dei set di immagini generate al computer impallidisce naturalmente rispetto a quanto è stato possibile in 3D per un bel po' di tempo. Peggio: i vincoli imposti da questa scelta sono oggi tanto più evidenti, come i brutali cambi di angolo di campo che si verificano molto frequentemente, anche durante il combattimento, che non mancano di disturbare la leggibilità dell'azione. Detto questo, gli sviluppatori si sono presi la briga di rivedere la gestione mettendo da parte i controlli simili a quelli dei carri armati. Di conseguenza, anche se il sistema di schivata è ancora poco intuitivo, i movimenti del personaggio vengono eseguiti in modo più naturale, senza la necessità di ruotarlo per orientarlo correttamente. Inoltre, il sistema di combattimento piuttosto elementare non priva gli scontri di piacevoli sensazioni grazie ad animazioni curate e ad un ottimo lavoro sugli effetti sonori.
Infine, se la critica più grande che ha ricevuto Onimusha durante il suo rilascio iniziale è stata la sua breve durata, un problema significativo quando si doveva pagare il prezzo intero per il gioco, il problema è più relativo ora che viene offerto tre volte meno, soprattutto perché le promozioni sorgeranno inevitabilmente nel tempo. Notiamo, però, che gli sviluppatori non hanno aggiunto la possibilità di saltare le cut-scene, soprattutto dopo una sequenza particolarmente delicata che dobbiamo rigiocare in loop. Anche la scelta di offrire solo il primo episodio piuttosto che una compilation che includa i suoi due sequel diretti (con l'episodio di Dawn Of Dreams, sarebbe stato reale) è piuttosto deplorevole; forse è una storia di contratti legati alle apparizioni di Jean Reno e del compianto Yusaku Matsuda… Qualunque cosa accada, nonostante una certa vecchiaia, Onimusha Warlords regge ancora. Ma si rivolge principalmente ai fan dell'epoca o ai giocatori curiosi di saperne un po' di più sulla storia di Capcom.