Rilasciato inizialmente in Arcade, Power Stone è stato immediatamente rilasciato su console lo stesso anno. Siamo nel 1999 ed è la Dreamcast che si è occupata del trasferimento. All'epoca, Capcom stava innovando poiché il titolo non era classificato come un gioco di combattimento classico, ma stava guardando più verso il gioco di combattimento aperto, un genere ormai ben consolidato nel mezzo e ripreso da altri sviluppatori. Con le sue arene più aperte, il giocatore potrebbe quindi vagare liberamente da un angolo all'altro alla ricerca di artefatti (qui i diamanti) ma anche di altri oggetti, in modo da colmare la mancanza di mosse speciali. L'interesse di Power Stone non risiedeva nella sequenza di colpi e attacchi come si vedeva ad esempio in uno Street Fighter II. No, in Power Stone l'obiettivo è più primario e per uscire vittorioso da un combattimento, devi far funzionare un po' di più il tuo teschio piaf. Giocare con l'arredamento, collezionare gli oggetti giusti, mettersi al posto giusto al momento giusto, tanti elementi chiave che hanno permesso al gioco di guadagnarsi una certa notorietà.
Alla ricerca del diamante verde
Un anno dopo e in seguito al successo del primo opus, Capcom diede vita a un seguito. Chiamato semplicemente Power Stone 2, il gioco utilizzava gli stessi ingredienti con un po' più di profondità. Più personaggi, più mosse speciali, ambientazioni più variegate e più dinamiche, nuove modalità di gioco, insomma tutto quello che è servito per far venir voglia ai fan del primo episodio di sbattere ancora 400 franchi, più o meno. E il 2006, sei anni dopo la prematura scomparsa del Dreamcast? Il 3D si è evoluto notevolmente, i giochi vengono visualizzati in 720p, 1080i e persino full HD, i controller sono dotati di sensori di movimento, a prima vista Power Stone Collection non è all'altezza. Ma fortunatamente per lui, è su PSP che esce il titolo. E fare un ritorno su una console portatile non ha lo stesso impatto di una console domestica, a meno che tu non appaia come un vecchio su Xbox Live Arcade. Eppure, sei anni dopo, la serie Power Stone ha mantenuto il suo fascino, un certo fascino, per così dire. Se il 3D sembra molto cubico e le trame molto sfocate in questi giorni, il tutto è abbastanza chiaro e luminoso da solleticare un po' di più la retina. Anche il gameplay fa comunque il suo piccolo effetto anche se dopo 2/3 ore di gioco si può avvertire stanchezza, soprattutto per il primo episodio che non interessa, visto che Power Stone 2 utilizza le stesse basi in meglio.
D'altra parte, dal punto di vista dei contenuti, è snello e non possiamo dire che Capcom abbia lavorato sodo come farebbe Ducros per le sue ricette. Una modalità di raccolta che ci consente di accedere ad esempio al "cinema" e contemplare i finali di ogni personaggio. Ma per fare ciò, dovrai completare la modalità "Solo" in lungo e in largo. Certo, l'interesse di Power Stone risiede nei suoi giochi multiplayer ed è un peccato che il game-sharing venga utilizzato solo per una semplice demo priva di interesse, se non per stuzzicare l'appetito. Quindi, come molti titoli su PSP, ognuno dovrà fare la propria parte per sfruttare appieno Power Stone Collection.