"Zoé è una bambina che crede nelle leggende, non perché sia ingenua ma perché le leggende le piacciono. Per aiutare suo zio Lord Arnold a sbarazzarsi di un terribile drago, Zoé si mette in testa per trovare degli eroi. E quando incontra Gwizdo e Lian-Chu - due piccoli cacciatori di draghi - peccato che Zoe decide di crederci comunque!" Questo passo tratto dal comunicato stampa del film funge anche da cornice per l'adattamento videoludico di Dragon Hunters, nel senso che il gioco ci invita a prendere il controllo del nostro trio di eroi atipici. La particolarità di Dragon Hunters sta nella possibilità di controllare a turno - e come ci pare opportuno, toccando l'icona corrispondente tramite il touch screen - i tre protagonisti messi a nostra disposizione. Ovviamente ognuno di questi personaggi ha delle caratteristiche ben distinte, lo avrete rilevato. Gwizdo, grazie alla sua silhouette gracile, è piuttosto veloce e la sua specialità è riuscire a eseguire grandi salti. Meglio, premendo due volte il tasto di salto, è in grado di eseguire un doppio salto. Lian-Chu, invece, ha una forte corpulenza che lo priva delle prestazioni del suo snello compagno. D'altra parte, può fare affidamento sulla sua forza pura per sferrare colpi potenti, ma anche usare le sue armi per uccidere i nemici a distanza. Rimane Ettore, un animale peloso che ha la capacità di rannicchiarsi per poter attraversare passaggi a prima vista inaccessibili. Può anche nascondersi nei luoghi segnati sulla mappa, per sfuggire a trappole fumose. Fino ad allora, niente di eccezionale, Chasseurs de Dragons è in linea con i classici giochi platform che abbondano su DS. E questo è il suo grosso problema, ovvero offrirci un gameplay ultra classico e fin troppo lineare per poterci soffermare più a lungo. A rigor di termini, l'unica originalità del titolo risiede nel sistema di pianeti con baricentro e che permette di camminare a testa in giù, un po' come un certo Super Mario Galaxy. Se la grafica rimane soddisfacente per un titolo 3D su DS, gli ambienti sono poveri e singolarmente privi di fascino per attirare la nostra attenzione. Il concetto di scorrimento orizzontale si rifà a vecchi titoli degli anni '80, la fatica è salutare, ma Dragon Hunters in nessun momento riesce a distinguersi dalle altre produzioni del genere. Aggiungi a quelle azioni ripetitive, ultra lente e per lo più poco interessanti e saprai cosa aspettarti.