Rilasciare lo stesso gioco due volte, su due generazioni di console diverse e a poche settimane di distanza: questa è la sfida raccolta a fine 2020 da 2K Sports and Visual Concepts per NBA 2K21. La tentazione di trasferire semplicemente avrebbe potuto essere grande se le squadre non avessero annunciato e preso in giro il basket di nuova generazione in anticipo, desiderando trasmettere il seguente messaggio: il gioco REAL NBA 2K quest'anno è su Xbox Series e PS5, non altrove. Allora, cosa ha in serbo per noi questo futuro del basket virtuale? Ciò che colpisce a prima vista è una fluidità senza precedenti che si sarebbe potuta offrire prima. Nessun tempo di caricamento, nessuna latenza nei menu: tutto è veloce. Proprio. L'interfaccia ha guadagnato chiarezza, senza perdere brillantezza. E graficamente lo schiaffo sulla guancia (destra o sinistra, sta a te) c'è, senza essere clamoroso. NBA 2K21 è bellissimo, molto, molto bello. Altamente dettagliato, molto, molto dettagliato, con un'incredibile resa della luce della pelle, sudore realistico, dettagli fisici ancora maggiori. Ma NBA 2K paga un po' per la sua reputazione di bel gioco, nel senso che la versione current-gen era già efficace a questo livello. Ma il divario fisico c'è, senza dubbio.
Ciò che colpisce a prima vista è una fluidità senza precedenti che si sarebbe potuta offrire prima.
E' presente anche il joystick alla mano. Il gameplay sull'attuale generazione presentava alcuni difetti, che diverse patch avevano corretto. Pensiamo in particolare al sistema di tiro, che dovrebbe essere più esigente, tanto da essere scoraggiante per la competizione e di difficile comprensione per i titolari, scioccati nel vedere alcuni tiri OK non tornare. Se riusciamo a determinare il sistema di tiro che vogliamo, è chiaro che abbiamo tra le mani l'NBA 2K che avremmo voluto avere a settembre. Tutto è fluido - non potremo ripeterlo - con giocatori più leggeri e anche meno scivolosi sul pavimento. La sensazione di movimento in campo è piuttosto pazzesca, rafforzata dai nuovi controller, che vibrano all'unisono ad ogni interazione (dribbling, rimbalzi, intercettazioni, contrattacchi, duelli e cadute). Menzione bene per il Dual Sense, che offre un'esperienza incredibile, specialmente con i trigger adattivi, che si rafforzano con l'uso non appena il tuo giocatore entra nel livello di energia rossa.
È chiaro che abbiamo tra le mani l'NBA 2K che avremmo voluto avere a settembre.
Capirai, a livello di gioco, sì, ha un buon profumo di nuova generazione. Con sempre questa piccola idea di raccontarci che siamo solo all'inizio di quello che le nuove console possono portare a un titolo come NBA 2K. La ragione ? Qualche scoria tecnica presente in passato e ancora, ahimè, all'appuntamento. Pensiamo ad una rigidità ancora presente nei personaggi e nei giocatori incontrati durante il gioco. Se il loro gesto di basket è impeccabile e realistico nel punto più alto, peggiora quando si muovono nello spazio. E che dire dello spettacolo dell'intervallo, con un Big Shaq ancora rigido e bloccato? Che dire di certe espressioni facciali e talvolta di sguardi fugaci sui primi piani? Sì, sono un duro e NBA 2K ci ha sempre abituato, si potrebbe dire. Ma oggi parliamo di next-gen? E quindi un sito identificato da esplorare per Visual Concepts, innegabilmente. Per giustificare proprio questo aspetto next-gen, oltre alla sua estetica o alla sua tecnica, NBA 2K21 offre due nuove modalità di gioco e altrettante promesse per il futuro, in definitiva della licenza. Il primo non è altro che un'estensione a grandezza naturale del Quartier, questo hub interattivo che ha permesso ai giocatori di connettersi tra loro, di competere, di prendere parte a diverse esperienze di gioco (Pro-AM e REC in particolare) e, al di fuori di la Cava, per “macinare” il proprio avatar. Va anche notato che, a parte alcuni filmati aggiuntivi, siamo sulla stessa carriera dell'attuale generazione. Nessun miracolo dunque per quest'ultima campagna, poco immersiva perché scritta meno bene di altri episodi e con meno contenuti (NBA Combine in particolare) e comunque poco immersiva sulle console di nuova generazione.
Difficile parlare nel bene o nel male di The City, perché questo avrà valore e posta in gioco solo una volta assalito dai giocatori. Così com'è, quest'ultimo è soprattutto troppo grande per quello che è e per quello che porta.
Il Distretto si trasforma così in una città, con più potenzialità da sfruttare, negozi ormai all'insegna di un marchio e novità da domare, come il ritorno delle affiliazioni, più vivace perché distribuita per distretto. Al momento di questa prova è difficile parlare bene o male di La Ville, perché avrà valore e posta in gioco solo una volta invasa dai giocatori. Così com'è, quest'ultimo è soprattutto troppo grande per quello che è e per quello che porta. Deploriamo in particolare la fase intermedia per accedervi, Rookieville, un playground in una zona portuale, in cui dovrai ottenere lo status di pro per sperare di vederti aprire le porte della City. Fase deplorevole sì, nel senso che comporta un buon numero di difficoltà, bug in particolare (con le persone ea volte nessuno, quando c'è la gente, segui?) ma anche un certo atteggiamento individualistico in alcuni, preoccupati per il "grind "a tutti i costi, mettendo a rischio a volte i tuoi shock nel 3 contro 3, quando solo la vittoria ti permette di progredire efficacemente.
Il basket femminile, la WNBA, ha una modalità dedicata, La W, che permette di creare la propria giocatrice (75 in totale all'inizio) in modo da integrarla in una delle dodici squadre del campionato nordamericano americano. Per lo step-up, niente di molto complicato: devi giocare e gestire gli extra della tua vita da giocatore, ovvero gli altri aspetti professionali della tua carriera e determinare la tua immagine (influencer, moda, ecc.). Tanti aspetti che ti permettono di raccogliere i punti abilità inerenti ai tuoi progressi. Sì, puoi macinare senza dare un'occhiata in NBA 2K21, una sorpresa, soprattutto perché sul lato maschile e nella modalità La mia carriera, i VC sono ancora altrettanto decisivi e comunque altrettanto favorevoli a farti uscire dal CB di tanto in tanto tempo altro. Anche abbastanza spesso, data la media generale di alcuni online...
Ritrovare le stelle del basket nei loro gesti preferiti, con grafica potenziata e 60 FPS sullo schermo è una deliziosa felicità, felicità ancora più pronunciata grazie a un gameplay next-gen, lei.
Possiamo ugualmente elogiare il lavoro svolto su questa modalità, in modo da offrire una build ancora più completa e leggibile ai giocatori, con la scomparsa di alcune insegne e distintivi, una personalizzazione fisica più estesa per il proprio avatar, la gestione ora di due Takeover (anziché uno), uno principale e uno secondario, per non parlare di quello di squadra, determinato dalle tue scelte, anche in campo. Se c'è un ultimo piccolo inconveniente, riguarda la nuova MyNBA Mode, che combina le modalità My GM e My League, riprendendo tutte le caratteristiche di entrambe, in modo da offrire al giocatore l'avventura NBA (draft o no e se si quando ? Quante squadre? Quale tetto salariale?) il più personalizzato e personalizzabile che ci sia. L'idea è buona ma non porta nulla di nuovo, laddove il Mio Team, integrando un Season Pass e carte Insegne e Badge, si era già preso più rischi negli ultimi mesi. In definitiva, NBA 2K21 sferra un colpo, non magistrale, ma significativo per il suo arrivo sulle console di nuova generazione. Ritrovare le stelle del basket nei loro gesti preferiti, con grafica potenziata e 60 FPS sullo schermo è una deliziosa felicità, felicità ancora più pronunciata grazie a un gameplay next-gen, lei. Per il resto, è innegabile che questa versione ponga basi importanti, soprattutto con una Città che offre un certo potenziale. Ma dovremo aspettare prima di giudicarlo e vedere il resto per renderci conto se questa versione fosse davvero solo un semplice assaggio del futuro.