Lo scenario generale di Trials of Mana ci chiede di trovare la Mana Sword, necessaria per prevenire il decadimento del Mana Tree, che in realtà sembra essere la Dea del Mana, che ha rinchiuso creature malvagie in otto Mana Stones. Almeno sappiamo in quale serie siamo! L'avventura inizia con una fase di selezione del personaggio, in apparenza abbastanza innocua ma molto importante nella realtà. Ci viene data la scelta tra Duran l'eroico guerriero, Kevin l'asociale licantropo, Occhio di Falco il bel ragazzo, Riesz l'orfana in cerca del fratello, Angela la principessa ripudiata dalla madre, e Charlotte, le cui origini elfiche le danno l'aspetto di una bambina quando in realtà ha quindici anni. Questi diversi eroi hanno naturalmente abilità specifiche, rispondono a diversi archetipi (mago, guaritore, difensore, ecc.) e possono persino cambiare classe durante l'avventura.
Ma, al di là del nucleo comune della sceneggiatura, ognuno di loro segue la propria storia. E quando il gioco ci chiede di scegliere un eroe principale e due compagni tra i sei disponibili, non ci dice tutto. Infatti, alcuni dungeon, boss, eventi e interi passaggi del gioco dipendono direttamente dal personaggio principale. Si tratta di un sistema che garantisce una buona rigiocabilità, e che è coadiuvato da una piccola novità molto carina, visto che questo remake ci offre la possibilità di riprodurre, sotto forma di flashback, i prologhi dei nostri due compagni quando li incontriamo per la prima volta volta. Un'altra significativa aggiunta all'avventura originale è anche in questa versione, dato che abbiamo diritto a un capitolo aggiuntivo alla fine del gioco, che sorprenderà piacevolmente i giocatori che hanno già attraversato lo scenario nella Collezione di Mana. Questi ultimi apprezzeranno anche il fatto di poter selezionare voci inglesi o giapponesi, e di poter scegliere tra musica originale o riorchestrata.
È KEN NELLA SUA INTIMO (OK BOOMER)
Remake richiede, la grafica è stata ovviamente completamente rifatta. Il 2D sublime ha lasciato il posto a un 3D accettabile, ma lungi dall'essere eccezionale. Sembra più un gioco che risale a una o anche due generazioni che a una versione del 2020. Alcuni set sembrano molto vuoti, la modellazione dei personaggi non è estremamente dettagliata e le animazioni sono molto sommari, specialmente durante i filmati. Quanto alla direzione artistica molto fumettistica e coloratissima, rischia di dividere i giocatori. Almeno ha il merito di essere fedele allo spirito del gioco originale, anche se il lato kawaii di fate volteggianti, "lapyns" selvatici, funghi ambulanti, "uomini primaverili" e personaggi dagli occhi grandi era ancora migliore in 2D. Ma la bottiglia non ha importanza, basta che ti ubriachi! Il sistema di combattimento è davvero abbastanza soddisfacente. Ci chiede di gestire i nostri tre personaggi (passando dall'uno all'altro quando vogliamo), di realizzare combo semplici ma efficaci, di rompere le armature con colpi carichi e di sfruttare al meglio molte abilità.
Anche il posizionamento è essenziale poiché attaccare da dietro infliggerà più colpi critici, mentre devi schivare qualsiasi area visualizzata in rosso sullo schermo, perché indica un attacco nemico imminente. Quando colpisci, riempi un indicatore AC, che ti consente di attivare attacchi di classe estremamente potenti. Avremo anche tutto l'interesse ad usarli il prima possibile, perché il gioco ci offre un piccolo bonus di esperienza quando superiamo un combattimento velocemente, senza subire danni, o finendo l'avversario con uno di quegli attacchi di classe. Inoltre, è possibile definire nei menu la strategia dell'IA, in modo che i nostri compagni si comportino in maniera piuttosto offensiva o difensiva. Questa impostazione va abbastanza bene per non essere un semplice gadget. D'altronde non possiamo che rimpiangere il comportamento della fotocamera, che tende ad essere mal posizionata durante gli scontri e che va costantemente ritagliata. Per quanto riguarda i pezzi di equipaggiamento, il concetto più interessante è sicuramente quello dei semi oggetto, che devono essere piantati in vasi magici per ottenere una ricompensa casuale. Una specie di bottino in anticipo! Piccola delusione invece per quanto riguarda la scomparsa della modalità cooperativa, che comunque si adattava molto bene al gioco originale. Alla fine, questo remake di Trials of Mana è piacevole e molto migliore del remake di Secret of Mana pubblicato nel 2018... ma non così eccitante come avrebbe potuto essere il gioco originale quando è stato rilasciato.